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Esigenze di Gesù

"Se mi amate, conserverete le mie esigenze": è una traduzione ad sensum, perciò sensata, di una frase del Vangelo di Giovanni.
Quando avvicinai la prima volta il Vangelo di Giovanni, questa frase la lessi in italiano, che traduceva la traduzione latina del Vangelo greco di Giovanni. E la frase suonava così: "Se mi amate, osservate i miei comandamenti". Presa come sta, secondo il suo suono, la frase è un ricatto: "Vediamo se davvero mi amate! Cominciate con l'osservare i miei ordini!"

Invece un senso degno di Gesù - e in armonia con il testo greco - è semplicemente: "Posto che voi mi già mi amate, conserverete le mie esigenze".
Il futuro "conserverete" (oppure osserverete) è proprio del testo originale.
Ma ciò che è splendido è quel "le mie esigenze". I comandamenti sono ordini impartiti da un'altra persona, cioè dall'esterno di me. Le esigenze sono interiori, vengono dal cuore. Lo stesso vocabolo greco (entolé) pende più sul versante di "esigenze", che non su quello di "comandamento".

La frase dinamicamente è ovvia. Come si Gesù dicesse: "Voi mi amate. L'amore vi ha messo in viva comunione con me, come è naturale per l'amore. L'amore fa scorrere tra i cuori degli amanti gli stessi sentimenti, le stesse sensibilità e idee".
Or bene queste esigenze del cuore di Gesù non si staccano dal cuore di chi ama.

Quali sono le esigenze intime di Gesù, alle quali partecipiamo con il nostro amore? Gesù le espresse: "Io e il Padre siamo una cosa sola: che anch'essi siano una cosa sola". In altre parole, le esigenze di Gesù sono l'amore per il Padre e per gli uomini.
Se amiamo Gesù, conserveremo sempre le esigenze di amare il Padre e di amare i fratelli. Esigenze che emergono prepotenti anche quando malauguratamente avessimo offeso il Padre o i fratelli. Anche il pentimento allora è un'esigenza di amore.

GCM, 08.05.02