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Preghiera e salvezza

Se la fede nel Dio unico, è l’unica fede, e se la fede senza le opere è morta, la prima opera di fede è la preghiera.

La grande intuizione di Giovanni Paolo II, di invitare ad Assisi (non a Roma!) tutte le religioni per unirsi nella preghiera, indica che il primo passo per un ecumenismo religioso mondiale non è la discussione teoretica, ma la pratica della preghiera.

Pregare insieme, vivere insieme la forte tensione verso l’Assoluto, che nella fede monoteistica è l’unico Dio.

La preghiera non è un’ inutile astrazione dalla realtà, come pretende di affermare il materialismo positivista del socialismo reale e del neoliberismo di mercato. Preghiera è penetrare la realtà nella sua più profonda essenza.

Nella preghiera si può infiltrare anche la menzogna del fariseo: “Ti ringrazio, Dio, perché non sono come gli altri”. Però la preghiera autentica parte dalla verità: “Abbi pietà di me, peccatore”.

La preghiera che parte dalla verità, a poco a poco conduce alla “verità tutta intera”, che si attua per opera dello Spirito Santo nel cuore di ogni uomo, perché ogni uomo è figlio dell’unico Dio.

La Chiesa non è nata per escludere gli uomini dalla salvezza, ma per cooperare visibilmente con lo Spirito Santo per la salvezza di tutti gli uomini. Essa accoglie nel suo seno coloro che, salvati, riconoscono apertamente Gesù come l’unico salvatore, ma non chiude le porte e le finestre, ma sprigiona la luce nel mondo, per aiutare tutti a riconoscere l’opera di Gesù e dello Spirito Santo nella salvezza, talvolta parzialissima, inclusa in ogni religione.

GCM 28.08.05