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Il martire

Il destino dell’elefante è essere pesante e quasi sempre lento, come ogni pachiderma che si rispetti. Più l’elefante è pesante, e più è lento.

Così è per ogni struttura elefantiaca. Più s’ingrossa, meno cammina: questa è una legge che non risparmia nessuno. La vive sulla propria pelle anche l’istituzione chiesa.

Di tanto in tanto la chiesa patisce dei sussulti: Ario, Benedetto, Francesco d’Assisi, Lutero, Giovanni XXIII. Allora una parte della chiesa si desta, si muove, spinge.

Ecco allora sbocciare riforme e concili ecumenici, che tendono a sveltire l’istituzione e a spogliarla da inutili ciarpami, accumulati nel tempo e con la scarsa intelligenza dei burocrati.

Lo Spirito di Dio si insinua nei concili e negli ordini religiosi, fino a che non riprende il sopravvento la burocrazia e, con essa e in essa, la stupidità e la timidezza terrorizzata davanti al nuovo.

Quando il timido terrorizzato si muove non riesce a far altro che scatenarsi violento e distruggere il buono che stava nascendo. E’ la ripetizione della ferocia di Erode contro i primi vagiti.

Per fortuna lo Spirito Santo non desiste dalla sua azione. Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani: è un’intramontab8ile certezza. Non solamente il sangue dei martiri versato da Nerone, da Napoleone, da Hitler, da Stalin, da Bin Laden, ma anche - e soprattutto - il sangue dei martiri taciti, che l’Inquisizione o le congregazioni producono all’interno della Chiesa.

I martiri sono preziosi agli occhi di Dio, anche quando il persecutore veste un abiti religioso.

GCM 02.07.05