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Comunione

La chiesa è una comunione, nonostanti le molte derive verso il verticismo e l’assolutismo. E’ una comunione non dovuta alle leggi e alle norme canoniche, ma alla presenza unificante dello Spirito Santo.

Comunione e condivisione tra eguali, allietati dalla molteplicità delle funzioni, o, più precisamente, dei carismi.

I due discepoli di Emmaus, ci illuminano con la parabola della loro avventura. Essi infatti si presentano come persone depresse e senza speranza. Gesù si affianca a loro: un Gesù nuovo, irriconoscibile da loro, che addirittura lo credono piovuto da chissà dove. poi, lentamente, essi sono illuminati e colpiti dai discorsi del viandante aggiunto. Però essi si accorgono di Gesù, soltanto nel momento della condivisione: un pane benedetto e diviso, per unire.

La condivisione, la comunione riesce a svelare quel Gesù, che la depressione e l’illustrazione non erano riuscite a svelare. Nella condivisione Gesù manifesta il proprio volto. La comunione, quindi, non solamente è opera di Spirito Santo che “contiene” Gesù, ma, contemporaneamente, è opera pentecostale dello Spirito che manifesta Gesù.

Quando noi, chiesa, perdiamo il senso della comunione, abbassiamo la dinamica, che prese l’aire da quel “predicate a tutte le genti”. Si perde il senso della comunione sia con le grandi separazioni (cattolicesimo, ortodossia, riforma, anglicanesimo), sia con le piccole defezioni personali, sia con le derive verso il verticismo e l’assolutismo centralistico.

Gesù si manifesta nella comunione con gli uomini, con i poveri, con le religioni.

GCM 12.04.05