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Restituire

Nel Vangelo in lingua latina, incontriamo spesso il vocabolo “reddere” usato in modo assoluto. Esso traduce il greco “apodidomi”. Esso assume significati sinonimici, che si possono ritrovare nel nostro “rendere” (ri-dare) e “restituire”

Restituire la lode a Dio. Restituire il mal tolto dal fisco (Zaccheo). Restituire l’uomo a se stesso. Ridare le cose per giustizia... “Restituzione” viene designato quanto i paesi ricchi “devono” a quelli poveri, sfruttati in passato e oggi dal colonialismo sia politico che economico.

La restituzione causa l’equilibrio iniziale, affinché ciascuno abbia il suo, quello che gli spetta per natura.

A Dio, che ama e crea e perdona, restituire l’amore, la sudditanza, la riconoscenza. Al povero restituire la vita. All’offeso restituire la dignità, mediante la richiesta del perdono.

Al laicato cattolico restituire il diritto di avere sacramenti ed evangelizzazione, voce nella scelta dei suoi rappresentanti, capi e portavoce della comunità e non poliziotti del potere.

Alle famiglie restituire l’onore e l’onere dell’educazione alla fede, della decisione di quando e di come battezzare i figli, di dichiararli maturi per l’Eucaristia e per la Confermazione, di optare per il raduno liturgico più consono alle sue esigenze.

Ai giovani restituire la scelta di chi, come, dove sposare, senza balzelli o costrizioni.

A tutti, nella Chiesa e fuori della Chiesa, restituire la libertà di muoversi per Gesù e per la propria santificazione, secondo le esigenze del cuore e dello Spirito santo.

Alla gerarchia restituire il compito di vigilanza per aiutare tutti ad amare Dio.

GCM 09.07.05