HOME

Home > Chiesa SACRAMENTI > Articoli 2005 > Speranza

Speranza

Sono riconoscente a tutte quelle persone, che, in una società tanto ricca e tronfia da non sentire più il bisogno della speranza, vivono con me la speranza. Una speranza semplice, che si fida di Dio e che prega, anche quando la preghiera appare arida e inefficace.

Vivere assieme la speranza.

La nostra società, proprio perché ricca, ha abbandonato la speranza. Ma, proprio perché ricca, ha sostituito la speranza con la paura. La paura dei ladri e dei terroristi. I furti aumentano nelle regioni di maggior benessere, perché si ruba dove c’è materiale da rubare: pollai, banche, negozi, ville o case.

Il futuro lo si guarda o con speranza o con paura, più o meno dichiarata o dissimulata. Il presente è sereno per chi guarda l’avvenire sperando.

In questa società disperata, che affoga la disperazione nei viaggi, nei divertimenti, nel sesso e nella droga, noi abbiamo ancora gli occhi aperti alla speranza, perché uno “più forte del ladro” ci assicura e ci accompagna.

Chi vive con me accanto a questo “più forte” aiuta la mia speranza, condividendola e alimentandola con reciprocità.

Sono riconoscente e legato a chi, anche quotidianamente, sminuzza la grande speranza nel Padre, prodotta dallo Spirito Santo, nelle piccole speranze quotidiane: la preghiera comune quando si prega e non si recitano formule; la lettura del Vangelo e della Bibbia; l’aiuto reciproco per la salute, l’abitazione, il lavoro, il divertimento, il cibo...

Sono riconoscente al Padre, il quale, pur non risparmiandomi traversie, mi ha fatto incontrare con alcune persone che alimentano la mia speranza, e altre alle quali comunico, con lo Spirito e con il lavoro, con i sacramenti e con la parola, la speranza che viene da Gesù.

GCM 18.08.05