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Pregare con tutti

Esiste una preghiera privata? Ossia: una preghiera che riguarda soltanto me, quando prego? Un incontro riservato tra me e Dio, in separata sede?

La preghiera, attuata “chiusi nella propria stanza”, come dice Gesù, non è una preghiera racchiusa e conchiusa.

Per una serie di motivi.

Il più chiaro: Dio non si può restringere a un particolare, poiché, anche quando è pregato resta infinito. Il pregare cristiano è radicalmente un dialogo tra Dio e l’uomo. Dio è infinita Trinità, sempre al contatto con tutto il cosmo da lui creato e da lui sostenuto.

Il meno comune: io non sono mai solo. Paolo ribatte: siete membra di un unico corpo, tanto che la testa non può fare a meno della mano o del piede. La connessione è garantita dalla stessa vita del corpo, quella vita che è lo Spirito Santo nel mondo.

Quasi a scoprire questa connessione, le ricerche nella fisica subatomica, stanno conducendo ad ammettere un’unica fondamentale energia nel presente di ogni essere, animato o minerale. Quest’unica energia non si è soltanto posta all’inizio del mondo, nell’istante della creazione, ma rimane presente anche durante le divisioni successive, avvenute nel processo evolutivo.

Perciò quando io prego, il mondo e ogni uomo e ogni donna pregano in me. Io espongo al Padre il desiderio di tutti, tramite il mio desiderio, la mia lode, il mio ringraziamento.

Quando la mia preghiera si unisce, per fede, alla preghiera di Gesù, la mia unità con le creature, la vedo e la sento rinvigorita dallo Spirito di Gesù.

Perché meravigliarsi dunque se i santi intercedono i miracoli?

GCM 18.09.05