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Credo

Perché oggi molti rifiutano la fede? Proprio perché ne hanno estremo bisogno. Rifiutano la fede, e pongono la speranza, talora cieca, nella scienza e nella tecnica, oppure, nei casi più miseri, nella politica e nei propri convincimenti.

Il rifiuto della fede è praticato o da chi la “conosce” troppo, o da chi la “conosce” poco o nulla.

Ma si può conoscere troppo la fede?

La fede è credere in Dio (non nei dettami delle definizioni di Dio). Credere nel Dio incommensurabile. Un Dio che, infinito, sfugge a ogni nostra definizione. Perciò è misera la pretesa di saperne troppo della fede.

La fede viene rifiutata da chi la conosce poco, perché non sa che la fede è un rapporto con Dio e non con i dogmi e i catechismi, con i preti e con le strutture, miseramente umane.

Non è sicuro che chi rifiuta di “credere in Dio”, veramente rifiuti Dio. Forse rifiuta ciò che gli è scomodo nelle religioni. Alcuni, anzi non pochi, dichiarano di credere in Dio, ma non nei preti.

E’ proprio ciò che vuole il cristianesimo, quando addirittura afferma che non si deve aderire al “Credo”, alle sue formulazioni, ma a ciò che il credo indica. Il credo - e la stragrande dottrina della chiesa o delle religioni - è un semplice cartello indicativo, che invita ad andare oltre, molto oltre.

Gli antichi testimoni cristiani (leggi màrtiri) dichiaravano di credere in Gesù, piuttosto che nei formulari. Se vogliamo procedere verso l’assurdo, perfino una fede senza formulazioni è autentica. Tanto autentica che la gente crede in Dio, pur avendo dimenticato il catechismo.

GCM 14.06.05