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Cristo seminato

Avendo dimenticato il Vangelo, spesso soprattutto dall’800 in poi, abbiamo concepito l’attività missionaria come una espansione della istituzione Chiesa, o, secondo un’altra prospettiva, come un’invasione del mondo da parte di Cristo.

Tutto ciò si identificava come una conquista, pari alle crociate, sebbene inclinata sul versante della cultura e della pietà.

Gesù non ci manda alla conquista del mondo, ma ci indica la “mitezza” quale mezzo per “possedere la terra”, come abbiamo imparato dalle sue, e nostre, beatitudini. Egli infatti ha autorizzato gli apostoli a “predicare”. La supremazia umile della parola. Tanto umile da indicare di ritirarsi - perfino scuotendo la polvere dai piedi - in caso di non ascolto.

Perché “solamente” parlare?

Una frase di Paolo, nella lettera ai Galati, ci illumina. Piacque a Dio di “rivelare suo figlio in me “. Svelare il Figlio Gesù, che è già in me, nel buddista, nel musulmano. Gesù non è “portato”, ma svelato, trovato dentro ogni uomo.

Nella letteratura cristiana antica, si trova scritto che il “Verbo è disseminato nel mondo”. Gesù, quando parla del regno dei cieli, lo trova già attuato nei bambini. E’ la metafora dell’Eden, dove Adamo era beatamente con Dio proprio all’inizio.

Purtroppo l’educazione, la società , la nostra protervia ci inducono a rinnegare questo Cristo seminato in noi, a oscurarlo, a estrometterlo.

La missione della Chiesa è di aiutare gli uomini a ritornare al Cristo disseminato, per liberarlo e farlo fiorire dentro di sé e nel mondo. Cioè dal “Logos spermaticos “ (seminato) al “Logos proforicos” (espresso): ne risulta salvezza e gioia.

GCM 17.05.05