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La verità

In una dichiarazione sulla “fede” la congregazione presieduta dal card. Ratzinger, indicava tre gradi di assenso alla verità cristiana. L’assenso dovuto, in modo totale, alla rivelazione divina. L’assenso dovuto, in modo non rinunciabile, alle proposizioni definitive emanate dall’autorità della Chiesa. L’assenso alle indicazioni, per quanto autorevoli, dovuto con prudenza e non sempre obbligante (dovute ... obbliganti?), alle indicazioni del magistero ordinario.

La domanda ovvia è: le indicazioni emanate dalla Congregazione della fede (ex S.Ufficio, ex Inquisizione), in quale delle tre categorie si collocano?

Evidentemente non nella prima. Probabilmente nella seconda? E se si collocassero nella terza?

Se si collocassero in quest’ultima, anche la sua indicazione dei tre livelli sopra ricordati sarebbe non obbligante, ma accostabile con rispetto, non richiedente un assenso “de fide”.

Sono quindi indicazioni dovute a particolari momenti e a specifici quesiti, forse di indole teologica, ma certamente non obbliganti l’assenso totale della fede.

Allora possono esser considerate come una sollecitudine d’amore dell’autorità, per aiutare noi deboli nella fede ed esposti al dubbio.

Se considerate come amore sollecito, allora potremmo cadere in una piccola confusione: se sono, come dovrebbero essere, un’espressione di amore della Chiesa, perché lo stile, con il quale sono scritte, non sempre è un’espressione di amore pastorale?

Forse, sotto sotto, c’è la paura, che le cose dette con amore siano poco efficaci?

GCM 24.06.05