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Salvare Sodoma

 La nostra umile coscienza di essere noi i salvatori, uniti a Gesù, di questa umanità.

La città, in cui vivo, è come le altre città italiane (ed europee) la continuazione di Sodoma e Gomorra. Omosessualità proclamata ed esaltata, prostituzione di donne uomini bambini, pederastia, furti imbrogli truffe, ateismo agnosticismo indifferenza religiosa, aborto eutanasia omicidi e suicidi...E’ inutile chiudere gli occhi: ce li tengono aperti le strade, la pubblicità, la televisione, la radio, la stampa...

Questa è la melma, in cui  la nostra “civiltà” sta sprofondando, introgolando, guazzando. “Quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la fede?”

Eppure proprio il riconoscere con verità che siamo ridotti a Sodoma e a Gomorra, o a Semiramide (radicalismo), è una risorsa per la nostra speranza.

Il caratteristico dialogo di Abramo con Dio, per risparmiare Sodoma e Gomorra dalla catastrofe, ci apre alla fiducia. Infatti Dio avrebbe risparmiato Sodoma e Gomorra, se tra i loro abitanti si fossero recensiti soltanto cinque giusti.

Orbene in ogni città di Europa c’è una chiesa cattolica, dove si fa eucaristia e dove viene conservato almeno un giusto: Gesù.

Inoltre attorno all’Eucaristia si radunano non soltanto cinque, ma numerose persone, rese giuste dalla partecipazione all’Eucaristia. Tra queste persone giuste ci siamo anche noi. Noi, derisi, osteggiati, condannati dai benpensanti di destra, di sinistra, del centro.

Eppure nella nostra umile fede, dentro la nostra preghiera, si colloca la salvezza della nostra pazza civiltà, la salvezza anche di chi ci perseguita.

GCM 08.07.05