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Sotto i difetti

Noi siamo molto abili a scoprire i difetti degli altri. Infatti siamo così allenati nel vedere i nostri difetti e nel nasconderli, che ci riesce molto agevole scoprire e non nascondere i difetti degli altri.

Manchiamo però di un'altra confortevole abilità: manchiamo verso di noi stessi e verso gli altri. Non sappiamo, cioè, guardare fino alla radice i nostri difetti. Li nascondiamo appena intravisti, e perciò perdiamo un'occasione preziosa.

Un grande psichiatra e psicologo mi ha insegnato una particolare prospettiva, ricca di umanità.
     Egli vedeva sotto ogni nevrosi (che tutti tacciamo come negativa) uno sforzo, forse mal riuscito, di salvare la dignità umana.
     Per esempio, un'ossessività. Chi ha la compulsione a lavarsi le mani frequentemente, desidera implicitamente e inconsciamente di ricostruire la propria purezza e la propria integrità. La grande svista, che provoca a lungo andare le azioni compulsive, è quella di attribuire al semplice sciacquarsi le mani una funzione molto più nobile.

Dunque, dietro a ogni difetto, possiamo scorgere una virtù, ossia un tentativo di salvare qualche valore, di difendere la propria personalità.
     Così pure dietro a ogni peccato, v'è celato un desiderio di pienezza e di libertà, ossia di Assoluto. Ma di questo desiderio nemmeno lo stesso peccatore si avvede.

I difetti nostri e degli altri, sono provvidenziali occasioni per penetrare più a fondo, e scoprire la "dinamica di dignità e di salvezza" che muove il nostro operare, errato nei modi e retto nella profonda intenzionalità.
     Scoprire l'intenzionalità sana, mascherata dai nostri difetti e dai nostri peccati di superficie, ci aiuterebbe a superare i difetti, sostituendoli con azioni più adeguate a raggiungere l'intenzionalità sana.

GCM, 10.03.02