HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2002 > Svegliare l'aurora

Svegliare l'aurora

Ho perso la fede. Non ho la fede. Dio non mi ha fatto il dono della fede.
    Questi sono rimpianti (più o meno autentici), oppure scuse, o anche decise prese di posizione.

Di fronte (e contro) queste posizioni si presenta quella di Gesù. Egli in tutto il Vangelo rimproverava la mancanza di fede, non la comprende, e sottolinea potentemente la presenza attiva della fede.
    Quindi Gesù, che conosce il cuore di noi, povere creature da lui elette, dà per scontato che la fede, come la vista e l'udito, è una componente naturale della condizione umana. Chi non ha fede è come chi non vede pur essendo fornito di occhi: deve alzar le palpebre e semplicemente vedrà.

"Non ho fede" è la frase che molte persone presentano a propria discolpa, per continuare un comportamento non cristiano e spesso immorale. Invece è la frase che li accusa, perché non attizzano una fede già presente dentro di loro.
    Il nucleo della situazione è diverso: è necessario "risvegliare" la propria fede nativa. Risvegliare la fede, che abbiamo anestetizzato, con le nostre paure e presunzioni, con il nostro comodo o con i nostri vizi, con il conservare l'odio o la pretesa di superiorità.

Risvegliare la fede, pregando.
La preghiera non è un sentimento, ma un'invocazione, è l'espressione di uno stato di inferiorità davanti al Dio che ama e che salva.
    C'è la preghiera di fede e la preghiera per svegliare la fede. Nella mia aridità e nel mio buio, io inizio a invocare davvero, perché ho bisogno di risvegliare la fede o, come dice il Salmo, svegliare l'aurora. E, a poco a poco, si fa luce.

    GCM     21.08.02