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S. Lorenzo mesto

Il Natale, quello autentico, si vive dove incontriamo Gesù. Il commercio, oggi, ha rapinato il Natale. Rapinato, lo ha deformato, depotenziato, straziato. Forse allargato, ma indebolito.

Anche il tempio di S. Lorenzo, ne ha sofferto.

Si sperava che l’umiliazione del tempio si dovesse attribuire soltanto ai Giacobini francesi, o a ungulati eserciti austriaci, o alla cieca intelligenza del Regno d’Italia napoleonico e piemontese.

Invece gli strazi francesi si sono ripresentati. Fortunatamente, almeno per adesso, tali strazi si sono arrestati nel sagrato.

Una persona crede di recarsi in piazza S. Lorenzo per accettare l’invito della chiesa, attraverso le magnifiche strutture del portale, e si sente distratta da una casa lucente piena di cianfrusaglie. Credeva di trovare una chiesa per immergersi nell’atmosfera santa, e si trova irretita da inutili scintillii. Che tristezza, questo Natale deturpato!

Commercio avido e avidità di incassare il plateatico si sono sposati... non in chiesa, in comune. Beffa per la devozione e per l’arte.

Natale triste, orpellato di luci senza alcun senso religioso. I babbi natale si moltiplicano, grazie alla prolificità delle cose folli. L’avidità è una madre prolifica. I babbi natale non invitano alla chiesa.

La serenità natalizia, alla quale invita il tempio, è disturbata. Una persona entra in chiesa per riacquistare la pace, e ne esce per essere divorata dalla frenesia del guadagno, nascosta dietro la maschera del folklore.

Eppure tu, Padre, puoi alleviare anche questa tristezza. Se il nostro perdono si stende su tutti coloro che non sanno quello che fanno.

GCM 21.12.10, pubblicato 03.02.11