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Unità e unione

150 anni dell’Unità d’Italia.

Ogni unità comporta un riflesso di Dio, Unità (non unione) nelle tre Persone. Dove si unisce, ivi si attua qualche cosa dello spirito di Dio. Il diavolo è “dià-ballo”: divido.

Certo che i modi di attuare l’unità non sono tutti dei migliori. Perfino tra uomo e donna si può creare l’unione nell’amore, nella prostituzione o nello stupro.

L’unità di una nazione, è per natura unione di parti diverse, non unità di integrazione nell’unica essenza. Perciò decantare un’unità, è sempre una forzatura analogica.

Tuttavia rompere un’unione richiede motivi gravi. Proprio perché un’unione ormai esistente, ha aiutato almeno alcune parti a comporsi. L’unione, comunque, quando si tratta di esseri viventi e non di fusione metallica, è sempre una realtà dinamica, in divenire.

L’unità di Dio è dinamica, però nell’essere. L’unione creaturale è in divenire, come tutto il cosmo.

Il desiderio di unità è sempre un  desiderio di eternità, che spinge verso il dopo, il più. L’unità umana è impossibile durante il tempo, perché il tempo non è mai saldo e fermo.

Eppure, pur con i suoi limiti, ogni unione positiva è meglio di qualsiasi disunione o separazione.

Paolo ci indica di essere uniti nel pensiero e nei cuori. Per lui la concordia nel corpo di Cristo, è un’attuazione di salvezza. Non per nulla la Chiesa è un sacramento che, in Dio, unifica gli uomini. Anche per la Chiesa, comunque, l’unione è in tensione verso la divina unità definitiva.

GCM 17.03.11, pubblicato 23.06.11