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L’imbecille e il saggio

Per l’imbecille, il saggio è uno stupido. Addirittura uno stupido che deve essere costantemente combattuto e radiato.

Costantemente combattuto, perché lo stupido ha una costanza illimitata nell’ostacolare il saggio, e si vanta della propria costanza nel non cambiare, perché così si crede una persona d’acciaio.

Purtroppo di queste costanze il mondo è costellato. Le pretensioni di sapere più del saggio sono quotidiane e diffuse. Le pretensioni poi di sapere più di un sapiente, sono ancora più numerose: scorrono nelle famiglie, nelle piazze, nelle enciclopedie, nei libri e nei giornali.  Una marea di opposizioni alla sapienza che promana da Gesù e dal Vangelo. Perfino i cultori e i lettori di ”libri sacri” si oppongono all’unica sapienza autentica: Gesù.

Questa opposizione a Gesù, si coniuga con l’opposizione a qualsiasi verità, perché lui è fonte e riassunto di ogni verità, che, in quanto verità, non può non sgorgare da Dio.

Gli stupidelli di casa nostra si nascondono nelle scuole, nelle piazze, nelle famiglie, negli uffici e nei conventi.

Anche nei conventi i più ignoranti scattano a respingere ogni sentore di sapienza e di verità. Lo stupido non riesce a compitare un semplice, elementare pensiero: se costui parla, forse ha i propri motivi, ai quali è giunto dopo aver pensato. Ma lo stupido non  sa che cosa è pensare, e perciò non può neppur dubitare che altri pensino davvero.

L’opposizione a Gesù veniva dagli “intelligenti” che - senza pensare - ripetevano i dettagli della scuola elementare. Difatti uomini intelligenti, come Nicodemo, Giuseppe d’Arimatea, Maria di Betania, e perfino Pietro, sentivano che dentro le parole di Gesù, stava “la vita eterna”.

GCM 05.04.11, pubblicato 06.07.11