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Quel cretino

Ho avvicinato non poche persone, che non sanno distinguere le opinioni dalle persone che le esprimono. La confusione è babelica.

Una bella attrice o un fascinoso attore esprimono le loro idee, rispettabili, ma opinioni personali, e i fans corrispettivi giurano sull’infallibilità di quelle idee, delle quali probabilmente gli stessi attori non sono convinti, ma esse servono ad esaltare il personaggio oppure le idee che il finanziatore del personaggio vuol propalare.

Si dà anche il caso reciproco.

Una persona esprime un’idea, che non garba, e subito diventa imbecille, mafiosa, repellente e incapace. Questo è il destino di tutti. Però tra i privilegiati di questo nobile trattamento, si recensiscono molti politici e uomini di chiesa.

Persino le persone che il giorno prima risultavano simpatiche o almeno bonariamente indifferenti, dopo che hanno avuto l’ardire di pronunciare - per sfizio o per dovere - un’opinione contraria alla mia, diventano cretini, venduti, omofobi, sadici, o, almeno, maleducati.

Su di essi, per l’incidente di quelle parole che urtano con le mie idee, io rovescio tutta l’aggressività accumulata con le mie frustrazioni. Se poi la mia idea, contraria alla loro, non è sicura neppure dentro di me, la violenza (verbale...tanto l’altro non mi ode) si decuplica.

Certo non dubito che, in quel momento, io stesso ho idee contrarie alle sue, e che io, per lui, sono venduto, cretino, omofobo, sadico e maleducato.

Chissà perché non lascio in pace chi ha idee contrarie alle mie. Il perché, in realtà, lo conosco: soprattutto se non sono molto sicuro delle mie idee, e quel tale ha valore pratico o morale, io desidero che egli rafforzi e non contraddica i miei poveri pensieri.

GCM 25.05.07