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Chirurgia del matrimonio

  Difficoltà nel matrimonio: lasciarsi o unire? Non esiste matrimonio senza difficoltà, poiché non esiste la vita, in tutti i suoi aspetti, senza difficoltà. Dalla difficoltà della digestione a quella sul lavoro, dalla difficoltà nell’alzarsi al mattino a quella con i vicini di casa.

  Solo i bambini, gli schizoidi, gli illusi immaginano una vita senza difficoltà: dal paradiso terrestre siamo usciti da un bel po’.

  Per un coniuge che trova difficoltà con l’altro coniuge, la colpa è sempre dell’altro. Lui (o lei) è innocente!

  Al sorgere della difficoltà (che può essere provocata anche dalla noia o dall’emotività presa come criterio per giudicare la vita a due) si prospettano due possibilità: rafforzare l’unione, rompere l’unione (oggi facilitata dalla diffusa mentalità divorzista). Ossia: cura medica, o cura chirurgica.

  Cura medica: sapere che anche il matrimonio è un processo dinamico, fatto di accelerazioni, di stasi, di regressioni. Perciò a un periodo di luce segue un periodo di buio. L’unico sistema cristiano è la fiducia in Dio e il perdono (la sublime saggezza del “Padre nostro”). Riprendere in mano i motivi che hanno portato a unirsi, svilupparli, correggerli, arricchirli.

  Cura chirurgica: scindere, rompere la vita a due, separazione, divorzio. Dividere. Si sa che il contrario di simbolo (sun-ballo: mettere assieme) è diabolo (dia-ballo: disunire), cioè il diavolo. E’ la strada che sembra la più facile a percorrere: se io mi sottraggo alla causa del mio malessere (che è sempre l’altro!), starò meglio e... mi immergerò in altre difficoltà.

  GCM 28.07.07