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Atei e credenti

Gesù ha voluto avvicinare l’uomo a Dio, promovendo tra gli uomini la stessa vicinanza di Dio all’uomo. Dio è sempre vicino all’uomo, mentre spesso molti uomini pretendono di star lontani da Dio, urlando: Dio non esiste.

L’infantilismo insito in questo urlo è patente. Infatti i bambini, quando s’accorgono dell’incombere di un pericolo, chiudono gli occhi per non vederlo, immaginando di aver soppresso il pericolo.

Chiudere gli occhi per paura. È ciò che fanno atei e miscredenti. È la scappatoia nel buio di un’illusione.
Di fronte a Dio nascono, quindi, due paure estreme. Una paura che paralizza davanti a Dio. una paura che nega Dio.

La paura che paralizza è propria di colui che trema davanti al Dio despota e padrone. Essa conduce all’ossessione dello scrupolo, al fariseismo della preghiera, alla tensiona continua per mantenersi perfetti e per non peccare, per non cadere nell’inferno.

La paura che nega Dio, conduce alla vita priva di senso, all’individualismo autoreferente, alla continua giustificazione. Essa coincide con la paura dell’abbandonico, che non riesce mai ad agganciarsi a un appiglio sicuro. Depressione, smarrimento, droga, suicidi.

Gesù. Il nostro caro Gesù. Figlio di una donna ebrea, ci ha indicato la strada equa tra un Dio temuto e un Dio negato.

Dio si può rispettare ed amare, perché è Padre accogliente e vicino. Non despota, ma è Padre. Il negarlo è un rinunciare alla propria felicità di abbandonarsi a chi può davvero reggerci.

Gesù rifiuta i negatori paurosi di Dio, come rifiuta i sudditi timorosi. Egli ci rincuora nella serenità: Padre nostro.

GCM, 25.11.07