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Un complesso

Un nuovo complesso di inferiorità è diventato epidemico nell’Europa e nell’Occidente.

Il complesso di dover essere laici. Se uno non si dichiara laico, teme di esser giudicato inferiore, passatista, sottosviluppato. La malattia sta infestando il pizzicagnolo, l’assessore, il capo della nazione...e forse il Papa?

Durante il Rinascimento, il Papa che non era umanista (con tutte le conseguenze per i costumi e per la fede!) si stimava, ed era stimato dall’intellighenzia di allora, un mezzo uomo, un nano di umanità (con la quale era confuso l’umanesimo).

Qualche decennio fa l’uomo cosiddetto di cultura, che non professava il marxismo, era relegato tra i poveri di spirito.
Questo timore reverenziale è trasferito sulla laicità (quando non è mero laicismo).

Un secolo fa, il filosofo scrisse un libro, per affermare che lui, anche se idealista e non praticante, non poteva non dirsi cristiano.

I maestri di pensiero, che si abbarbicano alle proprie idee, vivono semplicemente l’ultima moda del pensiero, possibilmente la più diffusa, quella che con gli occhi torvi urla “Guai se non vi adeguate a me! Altrimenti siete ignoranti!”.

La malattia psichica del complesso di inferiorità di fronte alla laicità, è difficile debellarla, nella vita privata e in quella pubblica, perché richiede un capovolgimento, una conversione. E se la conversione non giunge, provvederà l’invasione dell’Islam, prossima ventura, a cancellare la fregola di laicità.

GCM 20.08.08