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Pregare disturbato

Oggi si infittiscono le manifestazioni stracittadine: maratone, biciclettate, fiere...

Si attuano soprattutto la domenica, giorno nel quale i credenti si uniscono per l’ascolto di Dio, la preghiera, l’eucarestia.

Or bene, agli organizzatori di queste kermesse (la parola ha perso il suo significato originale) non viene in mente che anche chi prega deve esser rispettato e non disturbato. Chi partecipa alla messa è un cittadino che rispetta le leggi e paga le tasse, e per di più prega. Il pregare è l’attività più alta che l’uomo sappia sviluppare. Ci sono altre attività importanti, come lo studio e l’arte, ma nessuna raggiunge il piano della preghiera, che pone l’uomo a contatto cosciente con Dio.

Uno degli sport preferiti da alcune persone, è quello di snobbare chi prega. Lo pensano e l’accusano di retrività e di stupidaggine. E’ chiaro che queste persone non hanno mai gustato la gioia del pregare.

Pregare, e sentire il fiato che si allarga, il cuore che si commuove, la mente che si illimpidisce. Pregare, e sentire che la solitudine scompare, il dialogo si dilata, la sicurezza si rafforza.

Infatti nella preghiera, l’uomo si accorge della presenza operante di Dio in lui. Lo scorrere della linfa vitale dello Spirito Santo pervade l’essere, e lo divinizza. Infatti nella preghiera non è tanto l’uomo che si eleva, ma lo Spirito che si “abbassa” per abbracciare ed elevare. Nella preghiera noi  ci “lasciamo fare” dallo Spirito Santo... e ne siamo riconoscenti e fieri.

Disturbare una persona in preghiera, diventa uno sgarbo sia alla persona che allo Spirito. Che il disturbo sia causato da una kermesse o da sciatteria, cambia poco.     

GCM 18.03.07