HOME

Home > Societa' INSIEME > Articoli 2008 > La corrente

La corrente

La paura è una molla, che fa scattare l’agire.

Ogni bambino ha le proprie paure: della solitudine, dell’abbandono dei genitori, del buio. Ogni adulto teme di non essere ciò che pretende di essere.

Nella società italiana oggi si teme di non essere sufficientemente laici. Capo dello Stato, capo del governo, ministri e parlamentari, tutti fanno larghe professioni di laicità.

Non essere laici è un’onta peggiore di quella di non essere onesti.

Da che cosa nasce questa diffusa paura? Forse dal non essere in pace con  la propria coscienza, quella coscienza che una decina di anni fa se ne infischiava della laicità?

E’ paura di non essere alla moda, nel  non aderire a ciò che oggi propagandano i giornali?

E’ convinzione pensata, oppure è prestito superficiale, preso dal “si dice”? Può essere convinzione, se genera paura?

Certamente, quando si fugge, si fugge per paura. Non che la laicità non possa essere scelta: lo ha fatto anche Gesù, che pur seguendo la religione ebraica, non era succube dei sacerdoti. Gesù scelse, non fuggì.

Qui parlo della paura di non essere alla pari con i tempi, cioè alla pari con la propaganda subdola o aperta.
Sappiamo che tutti noi siamo presi alla sprovvista di fronte alla propaganda. Chi ha orecchio fine s’accorge subito, quando parla con una persona, da quale giornale essa dipende, o, per dirla più elegantemente, quale giornale preferisce. I quotidiani spesso hanno preso il posto del direttore spirituale di una volta, grazie all’azione, non di rado martellante, degli opinionisti.

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei! Ti conosco attraverso il tuo giornale.

GCM 21.02.07