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Guai operare!

Gesù ci incita a operare sempre. Siamo suoi. Egli di sé dice: “Il Figlio opera sempre, perché il Padre suo opera sempre”. La fede è continua energia. I filosofi dicono che Dio è “Atto puro”, ossia soltanto agire, senza ombra di stanchezza o di desistenza. Noi, figli di Dio, siamo chiamati da lui a non desistere.

Gesù, perseguitato da Erode, fa dire a “quella volpe”: “Oggi e domani devo agire, dopodomani mi fermerò”.

Egli ama tanto l’azione, che mette in guardia coloro che impediscono di agire: “Di ogni comando a non agire, sarà domandato conto”.
L’impedimento ad agire l’ha provato lui. Scribi e farisei si lamentavano e lo criticavano perché faceva guarigioni di sabato. Paolo doveva affrontare una congerie di difficoltà da parte di coloro, che lo volevano fermare ed arrestare. E i contrari all’agire di Gesù e di Paolo, erano persone religiose, malate di zelo e di invidia: “Se lo lasciamo operare, tutta la gente correrà da lui”. La pietà contro l’azione di Dio.
L’invidia corredata e orpellata di zelo e di pietà, ossia di stupidaggine  e di miopia.

Ogni giorno si ripete l’apporre ceppi a coloro che operano il bene, da parte degli stupidi e degli invidiosi. Non soltanto nella vita borghese, nelle aziende, nella famiglia, ma anche nelle diocesi, nelle parrocchie e nei conventi. Quando si tratta di opporsi al bene, tutto il mondo è paese, tutto il mondo è sotto il sole di Satana.

Molti religiosi, spinti dalla volontà di giovare agli altri, trovano freni nello stesso convento in cui vivono. Ed è lo zelo dei più buoni, che produce opposizione all’opera di bene. Si costata ogni giorno.

GCM 23.03.10 - Pubblicata 25.05.10