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Conversione e ricchezza

Se vogliamo organizzare e mantenere le nostre iniziative con l’aiuto di ricchi non convertiti a Gesù, siamo destinati a fallire all’interno del Regno di Dio.

Gesù, temendo l’allargarsi del terrore di Erode da Giovanni Battista imprigionato sui suoi discepoli, ripara in Galilea, allontanandosi dalla pericolosa Giudea.

Lì, dopo il Battesimo, deve organizzare un gruppo, come Giovanni aveva attorno a sé il gruppo dei giovannei.

Non si rivolge ai potenti, ma ai pescatori.

Andrea, Pietro, Giacomo, Giovanni sono i primi discepoli, secondo quanto ci riferisce Marco.

Più tardi si accompagnerà ai primi,  anche uno che aveva in mano il potere erariale, Matteo. Però, per seguire Gesù, egli abbandona l’attività, e organizza un banchetto con i peccatori e i pubblicani. E’ un ricco convertito che si fa forte non del censo, ma dell’adesione a Gesù. Deve diventare povero per essere di Gesù.

Un altro ricco è incontrato da Gesù, e non è invitato a diventare “colui che lo segue”. Difatti si pente, aiuta i poveri, ripara le frodi, ma resta a casa propria. E’ Zaccheo.

Qualche ricca, come la moglie del ministro delle finanze di Erode, segue Gesù, ma essa stessa è una convertita, liberata dal diavolo.

Persone ricche diventano amiche di Gesù, come Lazzaro Marta e Maria, abitanti a Betania. Servono Gesù e i suoi, ma non fanno parte del suo gruppo operativo.

L’organizzazione ecclesiastica ha passato periodi di potenza e di ricchezza, ma la sua missione è fiorita soprattutto nella povertà. I primi compagni di Francesco erano dei clochard, che dormivano sotto i ponti o sotto i narteci delle chiese. E salvarono il Laterano crollante. Quale povertà, oggi, per collaborare davvero con Gesù?

FCM  11.01.10