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Specialisti in denigrazione

Vivere in comunità cristiana è trattare tutti con rispetto, e lodare Dio per il bene dei singoli membri. Questo indicava S. Paolo, non a un convento (che allora non esisteva), ma al gruppo di credenti.

Che dire di una comunità di religiosi, nella quale, quando si parla di qualche membro della stessa comunità, si critica soltanto, quando non si canzona o si denigra? Una comunità dove lo sport di qualcuno (e spesso non di uno solo) è quello di osservare gli altri, solo per notarne i difetti, e sparlarne?

La lode del prossimo diventa avara, l’aggressività verbale è copiosa.

In compenso chi critica gli altri della comunità continua a lodare i meriti di altri gruppi, dei quali talvolta fa parte.
Dentro, l’inferno; fuori, il paradiso. Proprio come si comportano i coniugi infedeli.

Stiamo diventando un po’ tutti specialisti della denigrazione. Neppure Dio, il Perfettissimo, si salva dalla denigrazione: ed ecco la bestemmia.

Siamo tanto cattivi dentro, tanto frustrati ed aggressivi, che siamo capaci di esportare, sugli altri e sulle cose di Dio, soltanto cattiveria. Perché se l’occhio è malato, tutto il corpo è malato, al dire di Gesù. Se desideriamo capire quanto marcio c’è in una persona, basta osservare quanta denigrazione o quanta calunnia una persona vomita ed esprime.

Si può guarire? Solo la bontà nel guardare il mondo, la purezza del cuore ci aiuta a vedere Dio, la sua presenza in ogni creatura, anche nella persona che al nostro occhio appare malvagia.

La purezza del cuore è nitore provocato dallo Spirito di Dio, che solo può purificare il nostro occhio. Ma ci accorgiamo dello Spirito?

GCM 19.07.10, pubblicato 18.11.10