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Due  contro tre

Non è venuto a portare la pace, ma la spada. Di Gesù così riferisce il nostro Vangelo. E’ venuto a dividere le famiglie: due membri contro tre.

Eppure egli aveva dichiarato categoricamente, che l’unione familiare era voluta dal Padre e che l’uomo non doveva separare ciò che Dio aveva unito.

Non raramente nelle nostre famiglie (e, perché no?, nelle stesse comunità religiose) c’è separazione interna, e non soltanto a causa delle impazienze di adolescenti sprovveduti che s’illudono di conoscere la vita, ma anche tra gli stessi adulti.

Tre contro due, due contro tre: nelle famiglie numerose di una volta. Oggi con  famiglie ridotte all’osso, di coppia o di single, la separazione tutt’al più si riduce al divorzio, o a figli contesi dai singoli genitori.

La domanda discriminante che connota il tipo di divisione: si dividono a causa di Gesù e del suo Vangelo?

Spesso accade per interessi, soprattutto in vista delle eredità: beati quei genitori che non lasciano nulla ai figli, perché non avranno da pentirsi... per la vita eterna.

Le separazioni avvengono per il sesso, per le scelte politiche, per gli affari, per divergenza di opinione sul colore delle scarpe...

Nelle comunità religiose avvengono divisioni perfino nella scelta della teologia o nel modo di celebrare la Messa, fonte di unione tra i fedeli.

Gesù presagiva distinzioni e separazioni in vista solamente dell’accettazione o del rifiuto della sua persona.

Accettere Gesù, non in modo generico, superficiale o meramente intellettuale, ma aderendo totalmente e con amore alla sua persona. Chi aderisce e chi non aderisce: ecco il senso della profonda separazione.

GCM 24.10.10, pubblicato 05,12,10