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Biblioteca

Non raramente si incontrano frati ostili alle biblioteche. Si trova perfino qualche frate che vuol smaltire libri e scaffali, per lasciar spazio a pentole e cucchiai. E perfino ho incontrato un bibliotecario, che regala libri e scaffali, perché lui - nominato bibliotecario da un superiore poco o nulla avveduto - reputa inutile la biblioteca per un convento.

La tradizione del convento, dove io abito, è ben lunga.

Già in un documento del 1253 un testatore lascia una somma cospicua ai francescani perché provvedano “libros conventui”: libri a favore del convento.

Allora i frati studiavano, superando l’indicazione della regola che scoraggiava gli ignoranti (litteras nescientes) di studiare (litteras discere). S. Francesco, poco dopo si corregge, scrivendo all’intellettuale S. Antonio il suo plauso perché insegnasse teologia ai frati.

Il convento, nel quale abito, sviluppò tanto, nel passato le biblioteche (librerie) da utilizzare una grossa parte del convento per organizzarvi una biblioteca, per accedere alla quale si apriva un portale e si saliva per una scalea.

Poi venne Napoleone... e addio libri.

Al ritorno dei frati nel 1927, si cominciò a ricostruire la biblioteca, in una sala ben curata, attrezzata di cataloghi e di regolamento.

Sviluppo ebbe la biblioteca dopo gli anni ‘50, con la solerzia del P. Ludovico Bertazzo, e il dono dei libri collezionati dal bibliofilo P. Francesco Tamburo.

Oggi, con l’aiuto prezioso di volontari guidati dalla Dr. Giuliana Bertola, si stanno schedando elettronicamente i volumi, che si aggirano sui 15.000 titoli.

Biblioteca ancora in crescita, grazie a donazioni.

GCM 24.05.10   -  pubbl 18.07.10