Obiettività
Dopo la propria vittoria in Germania, il pilota Schumacher disse (secondo i giornali e alla televisione): "Ringrazio Dio". Qualche giornale di provincia tradusse: "Ne sono estremamente grato". Si vede che per questo giornale il ringraziare Dio è una semplice figura retorica, per esprimere una grande riconoscenza. Riconoscenza a chi? Non si capisce bene.
La prima frase da me citata fu pronunciata in un contesto, nel quale il pilota si dichiarava fortunato e ringraziava tutti i collaboratori. Poi aggiungeva un ringraziamento a Dio. La seconda frase sembra una tautologia.
Bisogna pur ammettere che i non credenti possiedono un pudore profondo e commovente. Essi non pronunciano il nome di Dio, neppure quando devono obiettivamente riportare frasi testuali. Per evitare il nome di Dio, sono capaci di creatività insolite. Per loro Dio è una semplice figura retorica e di poco conto, tanto che Dio ha dei sinonimi, ossia degli dei concorrenti.
Purtroppo ciò è vero anche per alcuni credenti, molto pudichi. Essi rispettano tanto il nome di Dio, da non pronunciarlo mai, e, per essere più ferrati nel loro pudore, non pensano mai a Dio, e tengono nascosto accuratamente ogni simbolo che possa ricordare Dio, per non deragliare inavvertitamente dal loro proposito pudico. Quando si dice coerenza! Gente senza Dio, come i Papi dei Rinascimento o come il socialismo reale del 900.
È noto che il pudore non è una virtù: lo affermavano perfino i teologi medievali. Il pudore è la farfalla variopinta generata dalla paura. Paura di Dio? Perché? Probabilmente paura di quell'idea di Dio, che i pudichi si sono costruita. Quindi paura maledetta delle proprie fantasie.
GCM 30.07.02
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