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Pace e conversione

Un tempo, per ritrovare la propria pace molte persone si "convertivano". Esse ritornavano in un complesso di scelte e di sentimenti, che le immettevano nell'atmosfera di Dio.
     Si citavano nomi conosciuti: Manzoni (e l'Innominato?), Psichari, Pittigrilli, Carnelutti, e così via.
     La conversione conduceva nella pace.

Oggi molti rifiutano la conversione, perché reputata debolezza di altri tempi.
     È ovvio che chi non apprezza la pace non apprezzi la conversione.
     Oggi tutto corre, si elettrizza, si congestiona. Il successo è figlio della frenesia e, non raramente, dell'imbroglio. Per mantenere il successo, apice delle aspirazioni di molti, è inevitabile mantenere la frenesia.
Perciò non si ama la pace. E assistiamo alle lotte nello stadio e in Afganistan.

GCM, 10.03.02