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Lordarsi di Dio

Tra le paure, sfacciatamente superstiziose, dell'intellighenzia nostrana, v'è anche quella di sporcarsi di Dio.
    Nei circoli benpensanti, che dettano le regole per ritenersi gente intellettuale (certamente non intelligente, ché agli intellettuali non interessa molto essere anche intelligenti) v'è anche quella di bandire il nome di Dio, per paura di inquinare l'autentico e nobile discorso umano. Come in un periodo non lontano, tra gli ufficiali dell'esercito era motivo di vanto l'aver buscato la sifilide, così ora tra gli intellettuali è vanto il mostrarsi ignoranti in tutto ciò che concerne la fede e la religione. È sufficiente leggere molti articoli di giornale, quando l'articolista s'avventura nel riferire qualche cosa che riguardi la religione.

 Dio è la sporcizia del parlare nobile umano.
     Ed è curioso che le stesse persone intellettuale, e non intelligenti, non temono di corrompere il loro parlare usando termini volgari, gesti da trivio, argomenti umilianti. Anzi parlare di prostituzione e di rapine, di genocidi e di ladrerie, ed esaltare questa paccottiglia elevandola al rango di "esistenzialismo" e di "neo-realismo", è un semplice attribuire nobiltà al linguaggio umano.

 Ma guai a parlare di Dio! Anzi, guai perfino nominarlo in un raduno di intellettuali non intelligenti.
     La paura di inquinarsi di Dio non è incomprensibile. Anzi logica.
     Lui non può entrare nella fogna delle perversioni umane. Questo potrebbe, in fin de' conti, essere anche un atteggiamento rispettoso.

 Ma ci si dimentica un semplice evento: in Gesù Dio si è fatto uomo proprio per infognarsi tra i pubblicani e le prostitute.
     La paura di inquinarsi di Dio, viene proprio dalla gran voglia di restare nel brago. Se entra Dio davvero nella fogna intellettualistica, questa corre il rischio di purificarsi e di rendersi trasparente.
     E allora tutti gli astuti giochetti per conservare la melma a vantaggio dei furbi sarebbero svelati, e gli intellettuali non intelligenti non avrebbero più presa per turlupinare noi, povera gente.

 Se tutti si sporcassero di Dio, il mondo diventerebbe più pulito.

GCM, 04.03.02