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Leggi e paure 1

Gli scienziati affermano che nel mondo subatomico non è applicabile la legge di causa ed effetto. Si accordano sulla legge della sincronicità. Siccome però nella situazione concreta un fatto accade ed è lì chiaro chiaro, allora vanno alla ricerca delle variabili indipendenti.
    Perfino nell'osservare un fenomeno entra la variabile osservatore. Cioè nell'influire su un fenomeno osservato, è da considerare anche la componente (o l'interferenza) di chi osserva.     Ne deriva una nuova legge.
Chi osserva, a sua volta, può essere condizionato dall'indigestione, dal daltonismo, o - più probabilmente - dall'attesa che si verifichi un fenomeno; anche ognuna di queste ed altre componenti fanno parte delle variabili indipendenti che interferiscono sulla causalità o sulla sincronicità del fenomeno.
Da queste ed altre osservazioni scaturiscono nuove leggi o nuove costanti.

Oggi siamo lontani da quel materialismo, che pretendeva di tradurre i fenomeni psichici in formule matematiche, analoghe a quelle cui si riducevano i fenomeni fisici.
    In altre parole: l'uomo, per rassicurarsi, abbisogna di dominare la realtà, dandogli un nome (il dominio delle cose tramite nomenclatura lo troviamo nella Genesi e nelle culture etnologiche), e interpretando i rapporti tra i fenomeni tramite la scoperta di leggi e di rapporti matematici. Così l'uomo placa le proprie paure di fronte all'universo.

Ma questo modo di procedere fallisce, quando l'uomo pretende di ritrovare nella realtà, le stesse cose che lui ha pensato o immaginato per dominare la propria paura davanti alla realtà.
In questo quadro come si pone il tema della libertà e dell'incontro con Dio?

GCM 13.08.02