HOME

Home > Societa' RIPENSARE > Articoli 2002 > Laicità

Laicità

Stiamo udendo il solito ritornello all'italiana. Quando il Parlamento deve pronunciarsi su un argomento connesso con l'etica, si avverte un sussulto di laicità.

L'esempio è di data recente, di ieri. La Camera ha approvato il primo articolo della legge sulla fecondazione assistita. È prevalsa la concezione che la persona è soggetto di diritto fin dal suo concepimento.
    Il Comitato per l'etica e le ricerche scientifiche stanno sempre maggiormente scoprendo che la persona è persona fin dal primo istante della sua esistenza. Questa concezione è moderna assai: nel Medio Evo, seguendo anche l'antica filosofia classica, persino pensatori ecclesiastici del calibro di Tommaso d'Aquino, teorizzavano l'infusione dell'anima nel corpo (e perciò la costituzione della persona) alcune settimane dopo l'inizio del corpo attraverso la fecondazione.

Quando la scienza, abbandonando la fantasia della divisione tra anima e corpo, propendette ad affermare l'unità dell'individuo e quindi la sincronicità dell'inizio di ogni componente umana, i cristiani abbandonarono la vecchia concezione e accolsero e difesero la nuova concezione che l'inizio della persona avvenisse al tempo del concepimento.
    Questa scoperta scientifica, come del resto tutte le scoperte scientifiche, si presentava in armonia con l'etica umana e con la morale cristiana.

I laici oggi gridano contro lo sfregio perpetrato, con il pronunciamento della Camera, contro la laicità dello Stato, perché nelle leggi si accetta un principio etico naturale (quindi cristiano).
    La laicità consisterebbe, perciò, nel contrapporsi alla morale?

Conseguenza evidente: riconoscere implicitamente che la morale sta fuori della laicità e che la libertà laica è sciolta dall'etica? Altra conseguenza: l'etica, per sopravvivere, si è rifugiata tra i cristiani?
    Lo stato deve essere laico, da laico deve avere anche supremazia sulla morale: dicono. Ma questo non è fare ciò che si condanna? Infatti lo stato laico impone una morale, che si crede superiore alla morale: e non è questo un reintrodurre lo, tanto deprecato dai laici, stato etico?

Dicono: la laicità segue l'etica proposta dalla razionalità. Ma la razionalità chi l'ha mai incontrata lungo la strada come un ente autonomo? Ciascun uomo invece o ciascun gruppo di pensiero, razionalismo compreso, crea la propria singola e umana razionalità, e quando un gruppo va al potere è tentato di imporre a tutti il proprio modo di concepire la morale.
    Perciò è molto strano che colui che si dichiara laico proclami di parlare in nome di una fantomatica razionalità, che non è mai esistita. Egli ha solo il diritto di parlare in nome di se stesso e della corrente di pensiero cui appartiene.

GCM 12.06.02