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La giustizia rumorosa

In questi giorni, nel corso del normale lavoro di un Tribunale, è stata emanata una sentenza di condanna. In Italia sembra scoppiato un finimondo. Chissà perché tanto fragore per una normale condanna.

Perché non rispettare il lavoro dei giudici?

Fiumi di inchiostro versati per una semplice condanna. E invece poche gocce di inchiostro per far risaltare le condanne di innocenti. Dove stanno i giornalisti fervorosi, quando si tratta della condanna di Bibi, colpevole di essersi dichiarata cristiana? Se non avesse ribattuto il tasto il giornale “Avvenire”, la condanna di un’autentica innocente, sarebbe caduta nell’abisso del silenzio.

E le ingiustizie contro le diverse confessioni? E la prigione per chi si è azzardato a chiedere libertà per una nazione? E le migliaia di desaparecidos? ecc. ecc.

Quanta ingiustizia anche nella carta stampata. L’ingiustizia quotidiana di porre in rilievo il male, tacendo sistematicamente il bene, quell’enorme bene che porta avanti davvero l’umanità.

Fa notizia chi grida, non chi parla o chi tace: Chi sgomita, non chi chiede permesso.

Noi cristiani, coinvolti nella verità di Gesù, il grande vero innocente, condannato da tribunali sbagliati, come ci troviamo in un mondo che persegue una sua giustizia, troppo spesso ingiusta?

Siamo coinvolti nella verità di Gesù. S. Paolo rimprovera i cristiani, che non sanno comporre le liti in casa propria, ma si rivolgono all’esterno. Quale è la nostra giustizia? Quali sono le nostre posizioni davanti alla giustizia e all’ingiustizia?

Gesù subì l’ingiustizia della giustizia umana, e risorgette.

GCM 25.06.13