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Guerre sante

Molti si meravigliano delle atrocità dei fondamentalisti islamici. Però non si ricordano che è nel sangue dell’Islam espandersi con le armi. Lo fece Maometto. E chi è fondamentalista non può dimenticare l’esempio iniziale, fondamentale, quando con le armi si combattè il politeismo dell’Arabia.

Si condanna da parte di chi, nonostante gli errori da parte dell’Inquisizione e di Carlo Magno, ricorda che il fondamento è quel Gesù, che ha comandato a Pietro di rinfoderare la spada. All’espansione per attraimento, con la predicazione e la persuasione, Gesù ha affidato l’allargarsi della “sua” chiesa. La chiesa del crocefisso e del risorto. Sulla risurrezione di Gesù si basa la energia di espansione della chiesa. Sulla risurrezione, che rigenera la vita, non sulle armi che causano sempre la morte.

È chiaro che lungo i secoli i cristiani e perfino i papi (soprattutto quelli delle crociate) si sono dimenticati di Gesù Risorto, per esaltare Gesù morto. Infatti proprio per “liberare il sepolcro di Cristo” (segno esplicito di morte!) si sono organizzate le crociate.

È ovvio che il prevalere degli uni decreta la scomparsa o l’umiliazione degli altri. L’aveva affermato anche Giovanni Battista. Solo che lui non si reputava dalla parte del crescere, ma da quella del diminuire. Un diminuire reputato non come umiliazione, bensì come finalmente una sicurezza di salvezza.

Mentre Gesù doveva crescere, il Battista doveva scomparire. Era, però, uno scomparire d’amore, l’amore che si porta allo sposo, quando esso splende nel gioire festoso delle nozze.

16.06.14