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Vita in Gesù 

Sulla scorta della vita e dell’esempio di Gesù, ogni perdita nostra (dovuta ad altri, all'età, a nostra scelta) diventa guadagno, e perciò fonte di serenità e anche di gioia.

La vita è un dono, e tutto ciò che ci può accadere nella vita si enuclea nel dono.

Quando la vita la consideriamo nostro possesso esclusivo, allora ci poniamo nella sicura posizione di cadere nella tristezza e nello sconforto per quanto ci viene tolto: dalla malattia, dagli uomini, dall’età, ecc.

Se la nostra vita è dono, il possessore fontale della vita è chi l’ha creata. Noi viviamo sì, ma viviamo di lui, datore di vita.

Conservare la vita è conservare un dono, che non ci è lecito rovinare o sopprimere. E quando il vivere perde pezzi (malattie, contrarietà, sfortune), allora il Padre raccoglie i pezzi, per ricostruire la nostra persona in modo nuovo, non corrompibile. Perciò Gesù, che conosce bene l’azione di Dio, dichiara che lui ha il potere di darla o di ricuperarla la vita.

E, tutto sommato, non è una disgrazia il non avere il pieno ed esclusivo possesso della vita. Forse potremmo utilizzarla secondo le nostre corte vedute. Invece, sapendo che la vita è un dono e un prestito, possiamo gioiosamente viverla, illuminata dall’immensa sapienza di Dio.

Vivere la vita, considerandola fin dal presente, prolungata all’infinito.

28.12.19