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Finalmente


Quando riusciamo compiere o acquistare ciò che ci prefiggiamo, nasce spontanea l’esclamazione: finalmente!
Ringraziando il Padre, la nostra esistenza è infiorettata da molti “finalmente!”.
Eppure…
Ogni “finalmente” è al termine di azioni, però non ci libera da ulteriore lavoro.
Quando un giovane sposa una giovane (forse ancora signorina), grida il suo finalmente, però contemporaneamente per lui e per lei si inizia, un nuovo periodo di compiti e di doveri, oltre che di gioie.
È la fine del finalmente, ma non è la fine di ogni impegno e di ogni lotta.
Tuttavia ogni “finalmente” è un pallido riflesso del finalmente conclusivo, che va sotto il nome di paradiso.
Le piccole conclusioni di nostri impegni, sono tappe del cammino globale della vita, sono quindi rilanci non ozi.
Gesù al termine di ogni operazione sentiva che c’è dell’altro da compiere. Ci sono pecore non ancora entrate nel suo ovile, che – anche quelle – egli deve pascolare.
E, per non cessare la sua mirabile azione nel tempo, si serve anche di quelle magnifiche, impensabili invenzioni che sono l’Eucarestia e la Chiesa. Affianca all’Eucarestia la sua parola, e manda il suo Spirito ad alcuni scrivani (forse non scrittori), perché propaghino, nello spazio e nel tempo, la sua Parola.
02.06.20