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Depressione e speranza

La vita è anche costellata di piccole e di grandi sofferenze.

La vita umana è tuffata nella provvisorietà di tutto l’universo.

In Dio non vi è provvisorietà. In lui vi è l’eterna stabilità trinitaria. Fuori di lui non c’è eternità costitutiva, ma solamente qualche riflesso di eternità.

Or dunque, la presenza della sofferenza umana è inevitabile. Eppure la dinamica quotidiana di ogni essere, vivente nel tempo, spinge anche ogni sofferenza ad andare oltre nel vivere la stessa sofferenza. Essa si vive o nella depressione e nel pessimismo (per quanto dorato come quello del Leopardi) o nella speranza e nell’ottimismo. A noi la scelta nello scoprire motivi di depressione o di speranza. Ossia motivi per guardare la morte, o per spingere lo sguardo oltre.

La speranza del cristiano corre oltre e si incontra con ciò che usa chiamare Paradiso. Ossia il nostro sfociare nella vita piena (piena secondo quanto può realizzare la nostra piccolezza) della presenza amorosa del Padre.

Quella speranza che si trova anche nei suicidi!

La nostra speranza è ben caratterizzata: speriamo, fidandoci sulla parola e sulla stessa vita di Gesù, morto e risorto.

La meta dello sperare è Dio stesso. Eppure il Padre ci regala un anticipo del suo glorioso e gioioso definitivo contatto con Lui: la preghiera, anticipo del dialogo eterno con il Padre.

29.02.20