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La gioia arriva dopo

Quando ci è accaduto di produrre qualche cosa di piacevole, in qualunque settore di attività, se dopo un po’ di tempo lo riguardiamo ci dona la gioia della semplice ammirazione.

Questo modo di agire fa parte della nostra eredità di figli.

La Genesi (o il Genesi, libro) ci descrive Dio, che crea e che, dopo aver creato, “vide che era una realtà bella”.

Certamente sono due momenti: quello della produzione e quello dell’ammirazione. Fatica e gioia.

Anche Gesù nel Vangelo parla della puerpera che genera nel dolore e che poi gioisce per il nuovo nato.

L’esempio e l’emblema ci deriva da nostro Padre. Lui spesso ci indica qualche azione faticosa, ma alla fine di essa ci procura la gioia della contemplazione.

Il perverso sottrarsi alla fatica del produrre, in qualunque settore, comporta anche il perdere quella quota di gioia, che il Padre Creatore aveva programmato per la nostra vita di suoi figli.

La pretesa umana di aver piacere ed evitare la precedente operazione è semplicemente un condannarci alla sterilità, palestra di inquietudine e di insignificanza.

I nostri vecchi ci ricordavano: per crucem ad lucem. Si gode la luce, se non ci si sottrae alla croce.

Per noi, credenti nel Salvatore Gesù, ogni anche minima croce, in qualsiasi modo ci caschi addosso, è sempre sicurezza di entrare nella gioia risorgente di Gesù.

Però ripercorrendo il cammino faticoso, ci accorgiamo che quello ci apre alla gioia.

27.12.19