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L’uomo aiuta Dio

Ricordo ancora il senso di disagio provato, durante un raduno di meditazione cristiana, davanti a un’affermazione trinciata con una sicumera di situazioni migliori: “Dio non ha bisogno dell’uomo”.
Di quale Dio parlava quella tale? Non certo del Dio di Gesù, ma del dio di chissà quale filosofo o gestore di salumeria.
Il Dio di Gesù è Padre.
Qualsiasi maschio per essere padre ha “bisogno” di figli. Altrimenti non è che uno scapolo sterile.
Dio crea il mondo. In qualche modo egli smette la propria assolutezza astratta, per porsi in “relazione” quindi diventare “relativo”.
Però Dio è eternamente in relazione, perché eternamente Egli è trino.
Gesù, per noi, che ci fidiamo perdutamente in lui, riporta Dio tra gli uomini, e nell’uomo. Gesù afferma di sé: “Chi vede me, vede il Padre, perché noi due siamo un tutt’uno”. Ebbene questo Gesù, che è Dio con il Padre, sceglie dei collaboratori per operare.
Dodici apostoli. Settanta discepoli. Essi devono andare nel mondo per annunciare la sua venuta, corredando l’annuncio con segni e con miracoli.
Quando Gesù dovrà lasciare il mondo, non spedisce in giro miliardi di angeli (e lo avrebbe potuto fare), ma inizia una chiesa che sia “sacramento” della sua presenza nella storia. Tale chiesa è rinvigorita dall’Eucarestia.
Non è bello e commovente tutto ciò?
28.06.20