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Timidi

Osservai, tempo fa, un topolino infiltratosi in casa.
    Correva riparandosi lungo i muri, cercava il suo rifugio. Non era inseguito, eppure se la svignava velocissimo.
    Era rimasto fermo e tranquillo, fino a che il locale non fu illuminato. Non ho mai visto che voltasse il capo da qualche parte: era invece sempre diretto nella traiettoria del suo naso.

Eppure quest'animale timido e sfuggente, non è anche innocuo.
    Guasta le dispense di cibo, e rosicchia i libri della biblioteca.
    Disturba il sonno delle persone, con il suo limarsi i denti addentando oggetti di metallo.
    Provoca leptospirosi e peste.
    È un timidino disastroso, soprattutto quando tenta di arrampicarsi sulle tue gambe.

Ho incontrato anch'io uomini topi. Con tutto il rispetto per lo scrittore statunitense, a causa dell'assonanza.
    Non ti guardano in faccia.
    Tu inizi a parlare, e quelli non ti lasciano completare la frase. Non riescono a fermarsi, quando incontrano una persona.     Tutto osservano e di tutti sospettano. Si avanzano a testa bassa e a occhi in su tra le gente.

Ma sono pericolosi. Perseguitano gli intelligenti. Si alleano ai distruttori. Ossia rovinano biblioteche e dispense.
    Non guardano al futuro come occasione di crescita e di incremento, ma ricordano con esattezza il passato. La loro creatività si esaurisce nella ripetitività.
    Sono peste per chi crea e per chi gode del camminare in avanti intelligentemente.

Però, come i topi, non sono responsabili di ciò che distruggono.

 GCM   04.03.02