Efficienza sempre
Qualità del nostro tempo (occidentale) è l'efficienza. Riuscire a rendere, a produrre, essere vitali e operativi. Evidentemente l'uomo vale non perché è uomo, ma perché produce. Chi non produce è giusto sia emarginato, relegato nel limbo dell'infanzia e del pensionamento.
Rendere le persone efficienti: è lo scopo delle palestre, dello sport, della medicina. Su questa linea si è posta anche una grossa fetta dell'azione psicologica. Un certo numero di psicologi, senza accorgersi, di fronte all'alternativa: "lavoro con questo individuo per aiutarlo a essere uomo, od ad essere efficiente?", sceglie la linea dell'efficienza.
Non che le due prospettive non possano essere concordate. Però … Ecco quindi delinearsi anche in psicologia, alcune correnti. Tra esse spicca la corrente "umanistica", sebbene non sia maggioritaria. Questa corrente, con pazienza, cerca di aiutare la persona a scoprirsi e a viversi uomo o donna. Altre correnti decidono di riattivare prima di tutto l'efficienza dell'individuo per reinserirlo nel "ciclo produttivo": poi si vedrà.
Evidentemente anche lo psicologo, che si prefigge di ricondurre all'efficientismo, è lui stesso preso dal bisogno di riuscire efficiente, cioè di raggiungere quanto prima l'effetto che egli intende, intervenendo soprattutto sul comportamento.
Un corrente concetto economico pensa all'uomo come a un bullone del processo produttivo. C'è forse il pericolo che anche una certa psicologia, pur senza avvedersene, concorra a far degli individui, bulloni e non uomini?
GCM, 04.04.02
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