Profeti e palazzi
"Chi siete andati a vedere nel deserto? Un uomo vestito elegantemente? Gli ambiziosi stanno nei palazzi del potere. Siete andati a vedere un profeta? Sì. Anzi uno che è più di un profeta!" - Così Gesù parlava del profeta Giovanni il Battezzatore.
È chiaro: nel palazzo non si trova il profeta. Nemmeno nel palazzo democratico, perché quando uno vi si accasa, seppure solo per qualche anno, è costretto a respirare l'aria del palazzo. Vi si intossica, gli gira la testa, e si sente autorizzato a spadroneggiare. Il palazzo può sì ospitare anche il profeta, ma nella prigione, in attesa della decapitazione.
Il Battezzatore era entrato un'altra volta nel palazzo per profetizzare in nome di Dio: "Non ti è lecito convivere con tua cognata!". Ma profetizzare ai potenti, anche agli Erodi in sessantaquattresimo che siedono nel palazzo, conduce alla morte, non alla conversione del potente.
Gesù ci aveva avvertiti: nel palazzo non si trova il profeta. Perciò fluiscono due conseguenze.
La prima: può un cristiano aspirare al palazzo senza perdere la fede? Sì, però soltanto se ha il coraggio di profetizzare anche ai sordi, e se rimane ancorato alla parola di Dio e alla preghiera. Giorgio La Pira lo ha dimostrato con la sua vita. Anche De Gasperi, sotto molti aspetti, ha insegnato.
La seconda: è sempre peccato chiedere ai potenti o ai potentuzzi del palazzo di collaborare a divulgare la Parola di Dio, ossia la profezia, che è la loro naturale antagonista? Talvolta non è peccato, ma solamente un semplice errore di prospettiva. Talvolta ancora è un tentare di profetizzare al potente, che poi cerca di schiacciarti. Fortunatamente puoi anche trovare nel palazzo chi prega con te, e allora lo Spirito agisce: ma avviene di raro.
GCM 28.12.02
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