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Miracoli

La società dei consumi, della quale ci gloriamo di far parte, offre infiniti articoli sul mercato, dalle Ferrari allo stuzzicadenti, me non è ancora organizzata per offrire un po’ di buon senso.

Per esempio, non espone miracoli, che pure sono constatabili da chiunque. Qui ne ricordo due: miracolo di mamma e miracolo di morte.

Miracolo di mamma.

I giornali riferiscono di giovani delinquenti, assassini, balordi, stupratori, teppisti, ecc. Poi i giornalisti interrogano le loro madri, ed ecco il miracolo: "Mio figlio nulla di male fece", "Mio figlio è stato sempre un buon ragazzo, generoso, allegro", "mio figlio, io lo conosco, non è capace di far male a nessuno".
      All’improvviso il teppista acquisisce l’onestà, e lo stupratore l’innocenza.

Miracolo di morte.
     Ricordo i tempi di De Gasperi, le critiche da lui ricevute. Le cattiverie sul suo conto. Appena morto, tutti furono d’accordo sul quel "restitutor patriae", nuovo padre della patria.
     Quanti mariti crudeli diventano consorti retti, e quanti padri non curanti si convertono in padri affettuosi, e madri nevrotiche in mamme solerti, e mogli bisbetiche in compagne di vita attente. I soci d’affari che tra di loro si cagnano, diventano lavoratori indefessi. I politici si trasformano in persone profondamente amanti del sociale. I ladri di grosse somme diventano intelligenti operatori finanziari.

E poi mi vengono a dire che i miracoli sono viete illusioni del passato, ormai da dimenticare.
     Chissà perché questi mutamenti radicali e improvvisi sono riservati alle madri e alla morte.

È proprio vero che la società dei consumi non espone sul mercato buon senso e onestà.

GCM      02.10.02