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Ricchi e poveri

Il ricco e il povero: situazione perenne ed endemica. Si potrà mai sopprimere la povertà, per giungere all'eguaglianza, così come prefigura Paolo di Tarso, nello scrivere ai Cristiani di Corinto?
    Paolo intendeva l'eguaglianza all'interno delle comunità cristiane, non pronunciandosi sull'eguaglianza nel mondo.
    Però, è possibile quest'eguaglianza all'interno delle comunità cristiane? E poi: quale è la comunità cristiana?

Non le diocesi, le parrocchie, le convivenze religiose, perché sono enti giuridici, non comunità cristiane.
    In attesa che si formino nuclei davvero cristiani, dove ci sia parità tra chi possiede e chi è povero, è drammatico e lampante il divario e, spesso, sempre più spesso, l'opposizione tra ricchi e poveri, adesso che ricchi combattono altri ricchi, servendosi subdolamente dei poveri, nelle mani dei quali si mette un fucile e nella loro testa si insinua il miraggio di una facile eguaglianza, da raggiungere attraverso la violenza.

Il ricco prende coscienza della propria ricchezza, nel confrontarsi con il non ricco, il povero.
    Allora quale atteggiamento è possibile per evitare il conflitto tra ricco e povero, tra stati opulenti e nazioni miserabili, tra Nord e Sud?
    La soluzione è difficile, soprattutto tenendo presente la variabile egoismo del ricco.

Tuttavia potrebbe iniziare un cambiamento di prospettiva, se si sapesse distinguere tra ricco di fronte al povero, e ricco per il povero.
    Io non sono ricco per me stesso, ma per il miglioramento di tutti. E' inutile che mi faccia bello parlando dell'aiuto ai paesi poveri, mantenendo tutte le mie dieci ville.
    Anche nella fede: il mistico che non diventa profeta, quindi partecipativo, è un falso mistico.

GCM      06.08.02