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Le due fedi

Le due fedi più numerose tra gli uomini, sono quella degli atei e quella dei credenti.

Ambedue hanno per oggetto Dio. Una fede nega l’esistenza di Dio, l’altra afferma che Dio esiste.

Sono chiaramente “fedi”, perché sia per gli atei, sia per i credenti, Dio non è un ente sperimentabile, non è e non può essere un oggetto da scienza positiva. Perciò il parlare di lui, negandolo o affermandolo, può avvenire soltanto nell’ambito di una fede, fosse anche la fede a un “sentito dire”.

Gesù sa che “Dio nessuno l’ha visto”. Dio non è sperimentabile né per gli atei, né per i credenti. Dio può solo essere creduto.

Ma la fede su quale elemento concreto si fonda? E’ vero: Dio nessuno l’ha visto, però l’Unigenito, che sta nel seno del Padre, ce l’ha narrato. In questo esser narrato differisce la fede del credente dalla fede dell’ateo.

Faceva sorridere amaramente la pretesa comunista, che aveva costituito una cattedra di ateismo scientifico. Negare scientificamente Dio, è un assurdo.
La scienza infatti si basa sulla sperimentazione di qualche cosa di “concreto”. Ci poteva essere una dimostrazione scientifica, su un oggetto che si definiva inesistente?

La fede del credente cristiano si basa su concretezza. Gesù, che dava per scontata ed affermava la presenza e l’opera di Dio, rischiò forte, quando affermò e la presenza del Padre e la propria risurrezione dai morti. E se non fosse risorto, tutto sarebbe crollato.

Ma risorto l’hanno visto e toccato. L’aver toccato il Risorto forma anche una base sperimentale da affiancare alla fede pratica di noi credenti.

GCM 16.09.12