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Ancora ricorsi storici

Unico beneficio, recato dalle bancarelle francesi e italiane, appollaiate come pulcini pigolanti e famelici, attorno al tempio di S. Lorenzo, è che esse espletano una memoria storica.

Memoria dei danni francesi del ‘700, ma pure una memoria meno lontana, che indica quanta sconcezza possa essere accumulata attorno al tempio.
Infatti, nascosti dietro le rutilanti baracche di cibarie, sostano camioncini e oggetti di disobbligo. Tanto nessuno li vede! Sappiamo che è tipico di chi cura la faccia e cela le brutture: nasconde la polvere sotto il tappeto.

Però questo è anche memoria storica vicentina. Infatti all’inizio del secolo scorso, a fianco della chiesa, dove ora sono quelle carabattole, si vedeva un deposito di marmi e di pietre. La chiesa contava poco, perché ad essa si addossavano un’abitazione, un lapicida e gli scarti dominavano il marciapiede.

Ecco come si dovrebbe ridurre il più bel tempio di Vicenza, se la protervia di un organizzatore di fiere commerciali dovesse continuare a soffocare il tempio di S. Lorenzo. Dico soffocare: non solo con l’incombere di baracchette, ma anche con l’olezzo delle fritture che penetra anche nella chiesa.

Il ritorno storico, sebbene in edizione riveduta e non corretta, è un bell’insegnamento, ma solamente per le persone intelligenti.

Queste persone (molto poche, adesso che il prof. Cevese non fa più udire la sua voce di amante di Vicenza) certo non avranno voce... ma “Italia nostra”, tra le sue battaglie, potrebbe inserirne una a favore di S. Lorenzo.

GCM 25.12.12