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Indifferenza

Una poetessa russa ci mette in guardia contro la persecuzione dell’indifferenza.

La società occidentale presente si oppone al cristianesimo vissuto e amato da noi, attraverso l’indifferenza, o attraverso il suo cugino, il relativismo.

La società si educa all’indifferenza verso ogni valore, che non sia il dio denaro. Per curare il risultato dell’indifferenza, ha provveduto e provvede la droga, l’ubriachezza (sempre più diffusa anche nei giovani, speranza celebrata del nostro futuro).

Costruire l’indifferenza per dominare i cuori e l’economia, e condurre le persone nell’annullamento dei valori, con il collare da cagnolini della pubblicità vacua. Quella pubblicità vuota di valori, che troppo spesso si rifugia in un corpo di donna, più o meno svestito... che si propone come meta di fascino e di eleganza.

La malattia dell’indifferenza e del relativismo, non è solo l’influenza febbrile della società, ma anche il tifo che rode le nostre coscienze.

L’indifferenza ci corrode. Prima della demenza senile, che obnubila le idee, ci può ghermire una demenza generata dall’indifferenza. L’indifferenza è nebbia per il cuore e per l’emozione. Nebbia tanto più grave e dannosa, quando è sorretta da pretesti intellettuali basati sul relativismo, che nega ogni certezza e ogni dogma, per restare esso solo l’unico dogma. Non esistono certezze, eccetto (contraddizione!) l’unico dogma che cattedraticamente afferma l’universale relativismo.

Come tutti i relativismi, esso si autocondanna. Come la “scientifica” teoria della relatività einsteniana, sta per essere superata dalla scoperta “scientifica” della velocità dei neutrini.

GCM 03.10.11