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La pienezza della solitudine

Ci sono persone che non riescono a star da sole, perché hanno paura del vuoto, del nulla.

Altre persone desiderano la solitudine, per incontrare il pieno, la totalità di vita.

La solitudine è un test provvidenziale per scoprire il nostro vivere, la sua solidità, o il suo franamento.

O beato solitudo, o sola beatitudo (oggi il latino, a differenza dell’inglese, deve essere tradotto!): O beata solitudine, o unica beatitudine! È l’esclamazione degli anacoreti, intenti alla ricerca di Dio, nel silenzio della cella.

Noi non cerchiamo nessuna abbuffata di solitudine, ma sfruttiamo le molte pause del nostro agire, per ricordarci del Padre, che ci cerca e ci ama.

Sfruttiamo i nostri tragitti, in casa o per strada, per accorgerci di essere al contatto con il Padre. Siamo ormai abituati, a cogliere sempre e in ogni luogo la presenza operante e amante del Padre.

Per noi, grazie alla presenza dello Spirito, non esistono momenti vuoti, insignificanti. Non possiamo, per grazia di Dio, sentirci inutili. Possiamo sempre accorgerci del pregare, e in esso trovare anche la validità dello stesso vivere.

Dio riempie le nostre giornate e le nostre notti. Riempie la nostra piccola vita, trasformandola nel “tempio della sua gloria”. La bontà del Padre raggiunge anche le nostre entragne.

Tutto in Lui vive, tutto in Lui risplende.

12.04.19