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Il sapore della preghiera  2

Stiamo riflettendo sul nostro pregare quindi sul passaggio dalle formule di orazione, alla parola che prega, e poi al sapore insito nella parola di preghiera, sapore che si percepisce quando la parola si fa viva, ossia dialogo effettivo con Gesù, con il Padre, con i Santi.

La formula più comune, che diventa parola saporosa è quella dettataci da colui, che pregava in modo sublime, perché conosceva bene la Persona, alla quale si rivolgeva. Il “Padre nostro” con tutto il suo sapore.

“Padre”: il sapore è svelato da quel “Il Padre vi ama”. Il Padre perdona, è la misericordia. Tutto quanto Gesù ha rivelato del Padre, suggerisce il sapore di tale Padre.

“Sia santificato”. Questa frase è un riconoscere, nella fede, la divinità, la immensa grandezza del “nostro” Padre, e perciò la impensabile luce e la gloriosa grandezza nella quale ci troviamo, proprio per essere figli di un tale Padre: è sapore di preghiera.

“Venga il tuo Regno”: non è solo attesa del Regno futuro, ma è sicurezza e gusto del suo Regno, ossia della sua Regalità, che ci raggiunge continuamente attraverso la misericordia di Gesù, che è Parola, Eucarestia, Chiesa, Sacramento.

“Sia fatta la tua volontà”: Dio Padre da sempre ci ha pensati e tenuti nel suo “cuore”, che vuole e crea la beatitudine umana. Crea la nostra presente e futura beatitudine, quella che ci fa gustare già in terra, come coloro che sono morti la gustano in cielo. Infatti lo stesso Padre trinitario è nostro Padre vivo. In cielo e in terra l’amore universale e pieno del Padre tutto pervade di amore e di misericordia.

01.05.19