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Cammino chiaro

Gesù invita a imboccare la porta stretta.
È invito a una vita penitente? È un implicito invito a non entrare? È una semplice indicazione di una situazione reale?
Certamente l’esito della porta stretta è entrare nella sua vita, mentre la porta larga, conduce alla dispersione.
Stretta, perché?
Anche perché indica un cammino ben orientato, mentre la porta slargata non sostiene i fianchi.

In che cosa consiste questa porta ristretta? Può darsi che noi ci sia già entrati, perché Gesù non è per l’aggiunta di sacrifici, come non voleva i suoi costretti al digiuno fuori tempo: “Sarà tolto lo sposo e allora digiuneranno”.
È un invito chiaro da non prendere alla leggera.
Questo invito l’evangelista Luca, lo pone in un contesto, che ci può orientare.
Gesù stava compiendo l’ultimo cammino verso Gerusalemme, dove avrebbe subito torture e morte. Quindi stava vivendo nella sua persona, la strettoia della prossima sofferenza. Stava sicuramente parlando di sé.

La frase è una risposta a un tale che gli chiese: “Sono pochi quelli che si salvano?”. Gesù indica di tenersi lontani dai molti, dalla massa, che non è interessata alla salvezza. La salvezza non è un regalo, da godere alla leggera. È un dono di Dio, e un impegno umano. Impegno personale, perché non è sufficiente un contatto superficiale (abbiamo udito la parola, o “incontrato te di passaggio”).
La porta stretta non è un corredo di sacrifici, ma una convinta sequela di Gesù.

25.08.19